Max elevation: 1204 m
Min elevation: 769 m
Si tratta di un anello che, per le sue caratteristiche (forestali generalmente molto agevoli, pendenze non proibitive e lunghezza), può essere considerato uno dei più facili della intera raccolta. Può consentire di familiarizzare con la mountain bike e, in alcuni brevi tratti, di mettersi un po’ alla prova su discese caratterizzate da fondo sconnesso e sassoso sulle quali la nostra tecnica, i nostri freni ed i nostri ammortizzatori verranno inizialmente testati. Nulla vieta, se non ci sentiamo pronti ad affrontare queste difficoltà, di scendere dalla bici e di fare qualche breve tratto a mano. La prudenza non è mai troppa e dobbiamo imparare sempre a misurare le difficoltà che incontriamo lungo il tragitto con le nostre capacità, sapendo che col tempo queste potranno migliorare. E ciò che non facciamo oggi in sella potremo farlo domani.
Potremmo parcheggiare l’auto nel parcheggio antistante la chiesa di Minozzo, borgo una volta capoluogo comunale e nel quale recentemente è stato sottoposto a restauro il rudere della rocca, che può meritare una breve visita. Saliti in sella in poche decine di metri raggiungiamo la strada provinciale Villa Minozzo – Ligonchio che imbocchiamo svoltando a destra in direzione Ligonchio. Dopo 1 km e mezzo semi piano, troviamo sulla nostra sinistra uno stradello asfaltato (indicazione Garfagno km. 1,5). Saliamo verso il piccolo borgo tenendo la sinistra in salita al primo bivio. Incrociamo una fontana sulla nostra sinistra e, lasciando sul medesimo lato un capannone agricolo, imbocchiamo al termine del paese (Case Guidarini km. 2,3) un’ampia strada forestale che sale con pendenza contenuta verso il lato della montagna. Seguiremo ora sempre questa forestale principale evitando alcune diramazioni minori laterali (ma mai avremo dei dubbi su quale sarà la strada da seguire in quanto la forestale che stiamo percorrendo è veramente bella sia per il paesaggio che per il fondo). La forestale alterna tratti impegnativi ad altri più rilassanti per raggiungere poi un’area di fitta pineta ove la pendenza diventa veramente modesta. Raggiungiamo così quella che viene definita la località “Stracorada” posta nel fitto della pineta che abbiamo percorso, facilmente riconoscibile per uno slargo e per il bivio di una mulattiera che piega a sinistra a raggiungere la omonima fontana (km. 6,1 mt.1200). Ci fermeremo lì in quanto la forestale prosegue piegando ulteriormente a sinistra in direzione del passo della Croce, posto fra il monte Prampa ed il Monte Cisa, ma la sua pendenza la renderebbe decisamente impedalabile. Dalla fontana ritorniamo indietro, ma immediatamente prima della forestale che abbiamo fin qui percorso prendiamo a destra in leggera discesa una ben evidente carraia, ma dal fondo un po’ più sconnesso. Dopo un paio di contro pendenze ed il guado del rio della Vedga, la carraia, che presenta in questo punto alcuni tratti impegnativi per fondo sconnesso e sassoso, comincia decisamente a scendere.
Dopo 1,2 km. incrociamo un bivio sulla nostra sinistra che dovremo ignorare, proseguendo sempre sulla carraia principale, che supera alcuni piccoli ruscelli, il principale dei quali è il Rio delle Fontane, affluenti del torrente Lucola, del bacino del Secchia. Continuiamo a seguire sempre la carraia principale che dopo il bivio precedente migliora decisamente il suo fondo e diventa sempre più piacevolmente pedalabile. Incontriamo alcuni bivi in salita poco invitante posti sulla nostra destra, per incrociarne uno assai più evidente sulla nostra sinistra in discesa dopo circa 3 km dalla Stracorada (km. 8,7 mt. 970). Anche questa carraia ci permetterebbe di giungere alla meta, ma proseguiamo comunque sempre sulla mulattiera principale in discesa contenuta per un altro kilometro ed in prossimità di una casa isolata svoltiamo a destra ed andiamo a imboccare via Caselli, sulla quale, girando a dx., superiamo il torrente Prampola e, tenendo la sinistra al primo bivio, raggiungiamo via Montefelecchio. Qui sempre tenendo la sinistra in discesa rapidamente ritorniamo sulla strada provinciale Villa Minozzo – Ligonchio, sulla quale teniamo la sinistra ed al primo bivio la destra, raggiungendo così il parcheggio adiacente la chiesa dove abbiamo lasciato l’auto ( Km. 11).
Da vedere
ROCCA DI MINOZZO
Situata nel centro del borgo e di recente sottoposta a restauro parziale. Di essa rimane ben poco,. pochi ruderi murari e gli avanzi di una torre. La frammentarietà delle fonti impedisce di stabilire con certezza la data di costruzione della rocca che doveva costituirsi come baluardo a difesa dell’alta valle del Secchia. Essendo proprietà ecclesiastica, la rocca viene adibita, nell’XI secolo, a residenza del preposto alla corte e del presidio di soldati stanziati dal vescovo di Reggio. Durante il governo estense, protrattosi fino alla Rivoluzione Francese, la rocca viene eletta a sede del podestà e del notaio.
PIEVE DI SANTA MARIA ASSUNTA IN MINOZZO
La sua costruzione risalirebbe a inizio 1600. E’ stata più volte sistemata e ampliata nei secoli, fino all’inizio del 1900 dove fu arricchita degli splendidi affreschi di autori ignoti. Vi si possono ammirare alcune bellissime statue della Madonna, una nell’abside, circondata da gessi provenienti dall’antico mulino di Poiano, e l’altra commissionata ad altezza naturale quale ringraziamento del popolo per essere scampati ad una delle tante epidemie di peste. Il campanile, voluto dal popolo con la collaborazione del parroco, è datato 1850, e ingloba al suo interno il fonte battesimale restaurato nel 2009.
STRACORADA
Il Parco di Stracorada è un’area di alto pregio ambientale e paesaggistico in territorio di Villa Minozzo. Una zona di suggestiva bellezza posta a 1.200 metri di altitudine sulle pendici nord del Monte Prampa. In essa si trova una fitta abetaia e diverse faggete di alto fusto. Al centro del Parco, punto di massima elevazione provenendo da Garfagno in prossimità di un bivio che condurrebbe a passo Croce (tra M. Prampa e M. Cisa) si trova una suggestiva fontana in pietra.